Sapevate che in Italia esistono alcuni dei più bei percorsi al mondo di canyoning?
Per chi fa canyoning a livello sportivo e professionale, queste forre sono un richiamo irresistibile.
Nel nostro paese, tra Alpi e Appennini, abbiamo una concentrazione di percorsi torrentistici eccezionali, che non solo il mondo ci invidia, ma che possono rappresentare un grande asset economico nello sviluppo di progetti di “slow tourism” e turismo avventura.

Cosa pensereste se vi dicessimo che alcuni dei percorsi più belli sono vietati per ingiustificati o futili motivi?
È il caso delle forre del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Ma non solo. Accade lo stesso anche per il Parco Nazionale della Maiella.
Viene in mente la famosa frase di Nanni Moretti: “Continuiamo a farci del male”.

Qualcuno potrebbe obiettare che la tutela della natura viene prima di tutto. Vero, ma non si fa tutela vietando l’accesso a risorse così importanti. La tutela si fa attraverso la cultura, il monitoraggio, il controllo degli abusi e lo sviluppo di progetti di fruizione sostenibile di queste aree, così come avviene in tanti altri paesi che non hanno le nostre bellezze.

Il divieto, nella stragrande maggioranza dei casi, è la via più semplice per evitare di regolamentare e gestire – spesso per atavica mancanza di risorse – situazioni delicate. Prova ne è il fatto che in Europa l’attività di canyoning all’interno dei parchi è una realtà di cui beneficiano in primis i parchi stessi.

Tale posizione è stata espressa anche dal Ministero della Transizione Ecologica che, nella nota inviata a tutti i parchi italiani, invita a non vietare ed eventualmente a regolamentare le attività che si possono svolgere all’interno delle aree protette.

ALLEGATO A – MiTE_REGISTRO_UFFICIALE_U_0102202_19-08-2022

Per cercare di intervenire su tali distorsioni, ENGC ha presentato formale istanza al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, per chiedere la rimozione del divieto di canyoning vigente in tutte le forre del Parco, a seguito della richiesta dell’Ente in merito a suggerimenti per l’aggiornamento del regolamento.

Qui di seguito trovate il comunicato stampa e la lettera inviata alla direzione del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e ai principali enti interessati:

Siamo fiduciosi che i tempi siano ormai maturi per trasformare le nostre risorse naturali, spesso non manutenute e non controllate, in dei veri e propri asset per lo sviluppo economico e culturale del territorio.