PAWA e Jose: due casi di studio
In questo articolo vogliamo parlare di didattica e di innovazione.
Quando si è molto concentrati sulla tecnica, infatti, si rischia di trascurare alcuni aspetti cruciali relativi al trasferimento di informazioni e al loro apprendimento.
Questi elementi sono intimamente interconnessi. La didattica è per noi un elemento centrale, che permette di migliorare continuamente il “come” vengono trasferite le informazioni, apprese nuove tecniche attraverso un processo di facilitazione e un costante feedback da parte degli allievi. Questo approccio partecipativo sta supportando una continua innovazione, stimolata dalla scuola, ma con grande coinvolgimento e discussione all’interno dell’associazione.
Sul fronte dell’innovazione, invece, il canyoning offre tante possibilità di miglioramento, sia perché si svolge in un ambiente dinamico, sia per il fatto che è una disciplina in grande sviluppo. Essere ancorati a concetti del tipo “si è sempre fatto così” è un approccio poco lungimirante.
Per introdurre l’argomento prendiamo spunto da due casi pratici che ci hanno portato a testare e introdurre importanti innovazioni tecniche nel percorso formativo ENGC.
La costante ricerca di manovre migliorative, di procedure sempre più sicure e funzionali, la continua analisi di ostacoli sempre più complessi e, in ultimo, il costante confronto fra i Soci, spesso producono esiti sorprendenti che subito il Centro Nazionale Formazione Guide Canyoning rielabora per concepire nuove tecniche che verranno insegnate nei corsi di formazione ENGC.
Stiamo parlando di due manovre innovative, una in particolare ormai molto diffusa nel mondo del torrentismo moderno e di un’altra che presto sostituirà la consolidata tecnica di corda Grandi Verticali.
La prima è la PaWa, come venne intitolata da G.Casaro e M.Maggioni, i due inventori della rivoluzionaria manovra di svincolo dal basso, soluzione che semplifica e velocizza le classiche manovre per l’ultimo di calata. La seconda è la Grande Verticale dall’alto con due freni detta Jose, il torrentista che ebbe l’intuizione durante un corso di formazione per Accompagnatore Canyoning ENGC svoltosi in Sardegna.
Raccontiamo ora le due storie, lontane nel tempo fra di loro ma accomunate dalla necessità di trovare soluzioni alternative e migliorative di tecniche ormai consolidate.
PAWA
Correva l’anno 2017 quando Giorgio e Mattia dovendo affrontare le grandi verticali delle splendide forre Mardarello, Claretto e Gioglio dovettero affrontare il problema di come movimentare gli zaini su teleferica in presenza di pareti molto spanciate, particolare conformazione che ovviamente avrebbe impedito la classica movimentazione su corda tesa prevista dalle manovre 2H, 3H o Grandi Verticali per trasferire a valle il magazzino di corda.
Intuizione semplice e banale: portare da subito con sé un secondo magazzino di corda anziché attendere che il leader arrivi alla base del salto per farselo telefericare dall’alto. Una volta giunto alla base del salto, il leader semplicemente giunta il capocorda del secondo magazzino che ha portato con sé col capo terminale della corda che ha utilizzato per calarsi. Una volta dato il segnale libera al compagno rimasto in sosta, il leader farà da contrappeso all’ultimo di calata che scenderà in corda dal lato opposto, portando con sé il magazzino di corda rimasto in sosta. La tecnica funzionò così bene che nella progressione sportiva è diventata ormai la preferita rispetto agli altri sistemi di svincolo dal basso in quanto più veloce, più semplice e, cosa non da poco, che prevede l’utilizzo di una minor quantità di corda durante l’esecuzione.
Ovviamente, come tutte le tecniche, ha dei vincoli e deve essere applicata nel contesto più adatto e in modo corretto per eliminare possibili rischi. La tecnica è stata inserita nel piano formativo delle Guide Canyoning ENGC, che maggiormente possono beneficiare di questa innovazione.
Grandi verticali con tecnica Jose
La seconda storia è molto più recente. Parliamo dell’inizio della primavera 2022, mentre si svolgeva il modulo di formazione MF-1 perfezionamento tecnico base per Accompagnatore Canyoning ENGC.
Durante la spiegazione della tecnica dall’alto Grandi Verticali con 2 freni è stato messo in evidenza il limite del secondo freno che di fatto è utilizzabile per gestire la sola calata del primo, in quanto renderebbe il sistema non interamente svincolabile nel caso si esaurisse il magazzino di corda dedicato. Questo limite ha acceso un’interessante discussione tra docenti e discenti, fino all’intuizione di J.Aneris, da cui la tecnica ha preso il nome. Il secondo freno è un limite esclusivamente se vincolato alla sosta ma se invece venisse vincolato altrove? Quale posto migliore se non la stessa linea di calata?
EUREKA! Vincoliamo il freno alla corda con un nodo barcaiolo, così se si dovesse esaurire il magazzino dedicato potremmo semplicemente continuare a svincolare con il freno primario ed utilizzare il suo magazzino, tanto il secondo freno scende con la corda. Il sistema funziona ed offre il grande vantaggio di utilizzare quello che era un magazzino di corda effimero, ad uso esclusivo del primo di calata, e diventa utilizzabile per gestire gli sfregamenti o per svincolare fino al suo esaurimento, evitando quel fastidioso scendi e sali del nodo di giunzione delle due corde della classica grande verticale.
Benefici dell’innovazione
La PaWa e la Grande Verticale metodo Jose vengono insegnate in maniera esaustiva ed approfondita esclusivamente dal CNFGC, durante le sessioni di formazione Accompagnatore e Guida Canyoning ENGC.
La PaWa è stata anche condivisa col CREPS, la Scuola professionale di canyoning francese che era interessata a introdurla nei corsi di formazione per le Guide Canyoning DEJEPS.
Il passaparola ha ormai diffuso fra moltissimi sportivi la PaWa e sempre più spesso la si vede utilizzare in forra anche da moltissimi stranieri, situazione che non fa altro che avvalorarne l’efficacia. La seconda tecnica, più recente, non ha ancora raggiunto la popolarità della prima ma, vista la sua efficacia, sarà solo questione di tempo.
Conclusioni
Queste sono solo alcune delle innovazioni che speriamo possano aiutare a sviluppare il canyoning sportivo e professionale.
Investiamo molto tempo per fare ricerca e per coinvolgere gli stessi allievi a partecipare, con le loro considerazioni e le loro esperienze, a possibili innovazioni, con un approccio aperto e senza schemi precostituiti. E’ un percorso impegnativo che sta dando grandi frutti allo sviluppo della didattica ENGC.
Da qualche anno, a tutela di utenti e delle Guide Canyoning ENGC, abbiamo anche provveduto a registrare le tecniche in modo da garantirne la paternità, la presenza nel piano formativo ed evitarne un utilizzo difforme. Utilizziamo un sistema anch’esso molto innovativo basato sulla tecnologia blockchain, in modo da poter garantire data certa ai documenti e ai manuali che gli allievi ricevono durante il percorso formativo e in tutte le occasioni di formazione continua.
Quello che però ci preme ricordare a tutti i lettori, così come facciamo con i nostri allievi, è che alla domanda “Qual è la tecnica migliore per questo ostacolo?”, la nostra risposta è, il più delle volte, “Dipende!”
Conoscere la tecnica è solo una parte dell’equazione.
Vi lasciamo con una citazione di un filosofo contemporaneo che dovrebbe aiutarci a riflettere sempre quando ci assumiamo la responsabilità di trasferire conoscenza.
La certezza riduce istantaneamente la realtà a quell’unica cosa di cui si è certi.
Roberto Morpurgo