Da sempre il mondo delle professioni outdoor è un settore molto conflittuale dove non si è mai riusciti a trovare la quadra tra professionisti, accompagnatori vari, volontari, sedicenti esperti, associazioni sportive dilettantistiche e chi più ne ha più ne metta.
La legge 4/21013, che richiama le normative europee che spingono verso la liberalizzazione e la concorrenza, non ha avuto al momento l’effetto sperato, proprio perché la professionalizzazione di alcuni settori dovrebbe essere fatta dal basso. E là, nel “basso”, ci sono passione, competenze più o meno evolute, ma anche ignoranza, piccoli interessi e scarsa visione d’insieme.
Qualcuno, a dire il vero, ha sfruttato con successo l’occasione della 4/2013 cercando di dare un assetto professionale e di alto livello alle proprie competenze con cui da anni operava sul mercato. Il problema, spesso, è che quella competenza e professionalità non è facilmente distinguibile dal rumore di fondo dove tutti possono fare tutto, basta non rompere le scatole alle professioni ordinistiche. Come a dire: “non ti puoi auto-nominare ingegnere, ma per il resto fai un po’ come ti pare.”
Questo ha determinato anche una grande conflittualità diffusa, dove il singolo professionista auto-nominato è contro le associazioni professionali (che hanno cercato almeno di darsi regole e struttura), l’associazione professionale X è contro l’associazione professionale Y, l’associazione professionale Z è contro l’ordine di una categoria simile e il collegio è contro l’associazione professionale.
Ma la situazione sembra stia per finire!
Un senatore della Repubblica ha infatti presentato un disegno di legge (DDL 194 dell’on. Borghi) di riforma alla legge sull’attività delle guide alpine, inapprovabile, in totale controtendenza rispetto alle norme europee e in conflitto con il parere dell’antitrust (vedi articolo DDL Borghi: un passo indietro per la professione di guida in montagna), che mette tutti d’accordo.
Per la prima volta, infatti, le principali associazioni professionali dell’escursionismo, del canyoning e dell’arrampicata si sono riunite intorno a un tavolo e hanno facilmente trovato un accordo per dire NO a un disegno di legge assurdo e per aprire un tavolo di concertazione per la definizione di una legge seria sulle professioni outdoor che, non ci stancheremo mai di ricordare, non sono prerogativa delle GA. È stato un momento storico, e di questo ringraziamo l’on. Borghi per aver stimolato e promosso questo processo.
Le stesse GA, in una nota ufficiale, prendono le distanze dal DDL e affermano:
- Che non sapevano nulla di questa iniziativa (!!);
- Che non ne sono promotrici;
- Che il DDL, da come hanno capito (ma probabilmente non l’hanno letto tutto), non interviene su nuove figure professionali, ma va “a modificarne una già esistente” (guarda caso assegnandole il nome di una professione già presente in Italia da anni e modificandone le prerogative).
Ci dispiace profondamente che le GA siano rimaste così isolate a seguito di questo DDL, da cui prendono le distanze. Per questo motivo ci permettiamo di invitare il loro rappresentante al tavolo di discussione che è nato per dire NO a un DDL che loro stesse non riconoscono.