Canyoning mithbusters
Continuiamo il nostro viaggio nelle chiavi di bloccaggio in sosta e di alcuni miti da sfatare o confermare.
Uno degli scopi principali del Centro Nazionale Formazione Guide Canyoning ENGC, oltre alla formazione delle guide, è lavorare su progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo del torrentismo in ambito tecnico, metodologico e didattico.
Nel precedente articolo, abbiamo analizzato i risultati dei test effettuati sul sistema di blocco “otto foro grande”.
In questo articolo analizziamo i risultati dei test effettuati sulla configurazione “otto verticale”, come sempre su due dispositivi molto utilizzati nel nostro paese: il classico otto e l’OKA.
Anche in questo caso abbiamo preso spunto dalla ricerca effettuata dalla Federazione Francese di Speleologia in collaborazione con il CREPS, ma senza avere dati da riportare (questa configurazione non è stata testata). Speriamo quindi che i dati da noi trovati possano completare la ricerca francese.
Otto/OKA verticale
Questo tipo di configurazione è utilizzato in diverse situazioni, in particolare su grandi verticali, per il fatto che riduce in modo considerevole l’arricciamento della corda, effetto collaterale di quasi tutti gli altri sistemi svincolabili.
Anche in questo caso il test è stato ripetuto più volte, in tre diversi laboratori (Costacciaro, Padova e Kong) con diverse tipologie di corda (Petzl Club 10, Korda’s Fina 8,5, Petzl Push 9, Tendon 9 e 10 mm).
Costacciaro
Prima di tutto una veloce cronistoria. Il primo test è stato effettuato presso il CRASC di Costacciaro per verificare la tenuta delle chiavi di bloccaggio (facendo riferimento ad uno standard minimo di 300 kg). A seguito della rottura di una corda a valori piuttosto bassi, abbiamo effettuato quasi tutti i test fino a rottura della corda, per verificare anche la resistenza della stessa. I test sono stati effettuati sia su otto sia su OKA.
Nel primo test effettuato sull’OKA con la configurazione “OKA verticale”, con l’obiettivo di verificare eventuali scorrimenti della chiave al di sotto dei 300 kg e successivamente il carico di rottura della corda in tale configurazione, abbiamo avuto un risultato inaspettato: la rottura del dispositivo a 750 kg (vedi grafico 1).
Abbiamo ripetuto la prova con un secondo dispositivo, convinti di aver fatto un errore di montaggio, ma il risultato è stato lo stesso: rottura del discensore a 800 kg esattamente nello stesso punto del precedente.
Abbiamo ripetuto ulteriormente la prova con un discensore otto nella stessa configurazione verticale e abbiamo registrato la rottura del moschettone a circa 1.500 kg e un vistoso piegamento del discensore (senza rottura).
Laboratorio Kong Monte Marenzo (LC)
Tutti i dati sono stati inviati alla Kong, in quanto ditta produttrice dell’OKA, per capire quanto gli stessi fossero attendibili. Abbiamo eseguito un’ulteriore batteria di test presso il laboratorio interno della Kong (circa una decina di prove), nelle quali la rottura del dispositivo è avvenuta tra 270 e 340 kg.
Alcune note relative alle prove.
Sul manuale d’uso del produttore, non è presente una chiave specifica per questo tipo di configurazione (figura 17), per cui abbiamo fatto le prove con le due chiavi più utilizzate con questo dispositivo: la chiave incrociata (presente sul manuale nella sezione dedicata all’uso della OKA come discensore – vedi figura 7 del bugiardino) e la chiave con moschettone nel foro piccolo (non presente sul bugiardino, ma molto utilizzata; questa chiave è comunque presente sul sito della ditta produttrice).
Entrambe le chiavi hanno avuto una tenuta superiore ai 300 kg in tutte le prove e con tutte le corde.
Come è possibile vedere dal video, la diversa velocità di scorrimento tra i due lati del dispositivo determina una torsione tra OKA e moschettone (stessa cosa avviene con il discensore a otto) che porta alla rottura del dispositivo.
Per compensare la torsione abbiamo provato anche a inserire un rinvio e diversi tipi di fettuccia tra il moschettone e la sosta, ma con risultati inalterati (la fettuccia non ha minimamente impedito la torsione tra moschettone e OKA).
Centro studi CAI Padova
In considerazione della discrepanza di risultati avuti tra Costacciaro e il laboratorio aziendale, abbiamo fatto ulteriori prove, sia con carico statico sia dinamico, presso il laboratorio CAI di Padova.
Le prove effettuate presso il laboratorio Kong, infatti, sono state fatte utilizzando un punto di rimando della corda piuttosto disassato. Ci siamo chiesti se utilizzando un punto più verticale rispetto al moschettone dell’OKA, avremmo potuto alzare il carico di rottura del dispositivo. I dati ottenuti sembrano confermare questa ipotesi anche se, purtroppo, non abbiamo potuto lavorare con angoli crescenti a causa della rigida predisposizione dei punti di ancoraggio.
Se tale rilievo venisse confermato da ulteriori prove, come crediamo in base ai risultati dei test effettuati, questo significa che all’aumentare dell’angolo 𝝰, diminuisce il carico di rottura del sistema.
In ogni caso, anche a Padova abbiamo riscontrato che il dispositivo si rompe tra i 700 e gli 800 kg.
Per avere ulteriori riscontri, abbiamo effettuato anche le prove dinamiche alla torre di caduta. Con fattore di caduta 1 su 80 kg di peso, il carico trasmesso al dispositivo è stato di circa 670 kg (poco al di sotto del carico di rottura individuato) e il sistema ha tenuto. Questo significa che una persona di 80 kg che cade con fattore di caduta 1 amplifica il suo peso sul sistema dell’837%.
In condizioni reali, una persona che si trova alla partenza di una sosta sospesa (la costruzione della configurazione otto verticale potrebbe abbassare di molto la sosta e, conseguentemente aumentare il fattore di caduta). Plausibilmente, una persona di 80 kg con lo zaino e la muta bagnati, moschettoni e materiale vario, aumenta il suo peso di almeno una decina di kg. Ipotizzando una persona di 95 kg (incluso materiale) e un incremento del suo carico dell’837%, il sistema dovrebbe sopportare una energia pari a circa 800 kg, ben oltre alla maggior parte del risultato dei test.
A maggior ragione sono da evitare situazioni similari con fattura di caduta >1 e/o carichi elevati (ad esempio barelle per il soccorso).
Conclusioni
Obiettivo: funzionalità della chiave “otto verticale” su discensore a otto e su OKA
Standard di riferimento: carico di rottura minimo 12 kN (circa 1.200 kg
Risultati
L’OKA è un dispositivo conforme alla norma europea EN 15151-2:12 come dispositivo di frenatura manuale (norma che non prevede test con questo tipo di configurazione specifica).
La torsione che si determina tra OKA e moschettone a carichi < 1.200 kg non è stata osservata in altri tipi di configurazione (ad esempio nell’utilizzo del dispositivo come discensore attaccato all’imbraco). La dimensione del foro moschettonabile alla base dell’OKA permette un elevato movimento di rotazione sui tre assi longitudinale, sagittale e frontale, mentre lo spessore del dispositivo, soprattutto in prossimità del foro moschettonabile, non è progettato per sostenere questo tipo di forze torsive che portano al cedimento del discensore.
Va specificato che il cedimento del dispositivo non determina la caduta della persona eventualmente sospesa in corda, ma porta delle conseguenze che si ritengono degne di nota: impossibilità di svincolare e possibilità di lesione della corda nel caso in cui la rima di rottura dell’OKA venga a contatto con la calza della corda stessa (come avvenuto in una delle prove).
Dai risultati ottenuti nelle diverse prove effettuate riteniamo che:
- l’utilizzo della configurazione “otto verticale” con il dispositivo di frenaggio denominato “discensore a otto” sia conforme agli standard adottati;
- nel montare tale configurazione si sottolinea l’importanza di tenere il moschettone di rimando della corda su una linea più verticale possibile rispetto al discensore;
- l’utilizzo della configurazione “otto verticale” con il dispositivo di frenaggio denominato “OKA” sia non conforme agli standard adottati.
Nota finale
Nello studiare il manuale d’uso dell’OKA, abbiamo rilevato che la chiave di bloccaggio consigliata per l’utilizzo in corda doppia (come discensore e non come freno di sosta) è incompleta. Dall’immagine in figura 13 (descritta come chiave di blocco al punto 8.3 d del manuale) la chiave risulta incompleta, in quanto manca una contro-asola (o un altro sistema che impedisca l’apertura della chiave a causa dello scorrimento della corda).
Abbiamo informato l’azienda. Nel frattempo, consigliamo di utilizzare tale chiave con una contro-asola o agganciando l’asola con un moschettone connesso con l’imbraco o con il discensore stesso.
Disclaimer
Tutti i test sono stati effettuati con materiale nuovo (corde e discensori) in modo da garantire una riproducibilità degli stessi (solo in un caso abbiamo utilizzato un OKA già usato).
Tutte le spese relative ai test e al materiale utilizzato nelle prove effettuate a Costacciaro e a Padova sono state sostenute da ENGC.
Le spese relative ai test e al materiale utilizzato nelle prove effettuate a Monte Marenzo sono state sostenute da Kong.
Nell’utilizzare i dispositivi di protezioni individuale e altri dispositivi tecnici, si raccomanda sempre di leggere con attenzione il manuale d’uso.
Nel caso di illustrazioni presenti sul manuale, verificare le specifiche d’uso che potrebbero limitarne un particolare utilizzo.
Nel caso di incongruenze, si raccomanda di contattare direttamente il produttore o di inviare una mail a formazione@engc.it, in modo da eseguire dei test ed eventualmente contattare il produttore.
Fonti
Ricerca effettuata dalla FFS/CREPS
Test effettuati presso il Laboratorio prove materiali del Centro Ricerche Attrezzature Speleoalpinistiche e Canyoning (CRASC) di Costacciaro il 16 febbraio 2023
Test effettuati presso laboratorio Kong Italia a Monte Marenzo (LC) il 20 marzo 2023
Test effettuati presso il Centro Studi CAI Materiali e Tecniche “La Torre” di Padova il 13 aprile 2023
Credits
Le immagini sono state scaricate dal sito della Kong o dal manuale d’uso dell’OKA
Foto e video sono stati effettuati durante i test indicati nelle fonti.